La pandemia da COVID-19 (Coronavirus Disease 19) o meglio l’infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2 nella popolazione generale e quindi anche nei pazienti con infezione croniche ha avuto e sta avendo un impatto importante in generale sulle attività di assistenza sanitaria e sul percorso diagnostico-terapeutico delle persone.
Le superinfezioni fungine rappresentano un evento importante nel decorso del paziente COVID-19 ospedalizzato, sia durante la degenza ordinaria sia in maniera maggiore durante la degenza in terapia intensiva/rianimazione.
Tra i fattori di rischio per sviluppo di superinfezioni in COVID-19 vanno citati i seguenti: prolungata ospedalizzazione, diffusione di germi MDR nei pazienti ospedalizzati in terapia intensiva, alterazione della risposta immunitaria, utilizzo di farmaci immunosoppressori e cortisonici.
L’aspergillosi polmonare associata a COVID-19 (CAPA) è una specifica entità molto difficile da diagnosticare ed associata ad elevato tasso di mortalità del paziente in terapia intensiva.
Anche i pazienti con epatiti virali hanno subito un notevole impatto in termini di monitoraggio e assistenza.
L’impatto del COVID-19 sull’infezione da virus epatitici e da HIV e sulle possibilità di diagnosi, linkage to care e monitoraggio resta oggi una questione di estremo interesse e molto dibattuta.
Alcuni aspetti continuano ad essere di grande attualità: l’impatto del COVID-19 nei pazienti che vivono con l’infezione da HIV (PLWH), incluso il trattamento con farmaci antiretrovirali (ARV) dei pazienti con infezione da HIV ai tempi della pandemia da SARS-CoV-2 e le frequenti superinfezioni batteriche ma soprattutto fungine riscontrate nel paziente con COVID-19.
COVID-19 quindi ha influenzato e continua ad influenzare anche la gestione del paziente con infezione da HIV dal punto di vista clinico e anche terapeutico.
A tale riguardo diventa fondamentale per il clinico avere a disposizione terapie antiretrovirali compatte, ad alta barriera genetica, con dimostrata potenza ed efficacia e con tollerabilità favorevole nel lungo termine per poter gestire al meglio ai tempi del COVID-19 l’inizio della terapia nei nuovi pazienti naive con infezione da HIV o nei pazienti in semplificazione in caso di necessità.
Le maggiori linee-guida hanno raccomandato per tali pazienti HIV in particolare durante la pandemia regimi compatti in mono-somministrazione con associazioni di tre farmaci a base di TAF ad alta barriera genetica.
Questo webinar del G.I.S.A. Gruppo Italiano per la Stewardship Antimicrobica APS quindi fornirà un aggiornamento scientifico puntuale al clinico in tema di HIV e superinfezioni durante il COVID-19.
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